Luigi D’ONOFRIO nacque il 5 giugno 1905 a Belmonte del Sannio (IS), paese in cui il padre “don” Leopoldo fu medico condotto per alcuni anni.
Discendente della celebre famiglia D’Onofrio mastri organari del ‘700, seguendo l’esempio paterno anche “don” Luigi, come era chiamato da tutti, intraprese gli studi di Medicina, laureandosi a soli 24 anni presso l’Università di Napoli.
Clinico insigne e coraggioso, affermato anche nei paesi limitrofi, non lesinava interventi chirurgici anche difficoltosi, a causa della scarsità di strutture e mezzi adeguati, pur di alleviare le sofferenze e talvolta salvare la vita dei suoi pazienti.
Considerò l’attività professionale come una missione umanitaria, sempre pronto a soccorrere i bisognosi, prestando al malato, insieme con le cure del caso, la medicina dello spirito e del conforto umano.
Curava più per amore del prossimo che per quello di un compenso raro e comunque modesto, data la ristrettezza dei tempi, spesso tralasciando anche le esigenze familiari pur di non sottrarsi alla sua missione di medico. Negli anni ’40 riuscì a sconfiggere una dilagante epidemia di tifo diffusasi a Poggio Sannita, come pure sconfisse una più devastante epidemia di malaria che lo vide esposto anche ad episodi di una certa pericolosità: mentre si apprestava a soccorrere uno di questi malati per poco non venne colpito alla testa da una grossa bottiglia lanciatagli contro dal paziente.
Non venne meno ai suoi obblighi militari che lo videro partecipe della guerra d’Africa come tenente medico negli anni 1935/1936.
Ivi gli giunse la straziante notizia della scomparsa del figlioletto Leopoldo di 13 mesi e tale dolorosa circostanza determinò il suo rientro in patria in pessime condizioni di salute per denutrizione, mentre numerosi suoi compagni d’arme erano morti di stenti.
Ebbe dalla moglie signora Dina Carmosino altri quattro figli: Leopoldo (1937); Elisa (1938); Luciano (1941); Mariolina (1943).
Uomo di spiccata versatilità, oltre alla medicina amò la musica. Alcune fra le più belle canzoni poggesi furono musicate dal giovane dr. D’Onofrio, su tutte ricordiamo: “Funte vecchie e funte nove” e “la V(e)llégna” ambedue del 1936.
Il dott. D’Onofrio morì a Roma l’8 febbraio 1982, dal febbraio 2001 la salma riposa nel cimitero di Poggio Sannita.
Discendente della celebre famiglia D’Onofrio mastri organari del ‘700, seguendo l’esempio paterno anche “don” Luigi, come era chiamato da tutti, intraprese gli studi di Medicina, laureandosi a soli 24 anni presso l’Università di Napoli.
Clinico insigne e coraggioso, affermato anche nei paesi limitrofi, non lesinava interventi chirurgici anche difficoltosi, a causa della scarsità di strutture e mezzi adeguati, pur di alleviare le sofferenze e talvolta salvare la vita dei suoi pazienti.
Considerò l’attività professionale come una missione umanitaria, sempre pronto a soccorrere i bisognosi, prestando al malato, insieme con le cure del caso, la medicina dello spirito e del conforto umano.
Curava più per amore del prossimo che per quello di un compenso raro e comunque modesto, data la ristrettezza dei tempi, spesso tralasciando anche le esigenze familiari pur di non sottrarsi alla sua missione di medico. Negli anni ’40 riuscì a sconfiggere una dilagante epidemia di tifo diffusasi a Poggio Sannita, come pure sconfisse una più devastante epidemia di malaria che lo vide esposto anche ad episodi di una certa pericolosità: mentre si apprestava a soccorrere uno di questi malati per poco non venne colpito alla testa da una grossa bottiglia lanciatagli contro dal paziente.
Non venne meno ai suoi obblighi militari che lo videro partecipe della guerra d’Africa come tenente medico negli anni 1935/1936.
Ivi gli giunse la straziante notizia della scomparsa del figlioletto Leopoldo di 13 mesi e tale dolorosa circostanza determinò il suo rientro in patria in pessime condizioni di salute per denutrizione, mentre numerosi suoi compagni d’arme erano morti di stenti.
Ebbe dalla moglie signora Dina Carmosino altri quattro figli: Leopoldo (1937); Elisa (1938); Luciano (1941); Mariolina (1943).
Uomo di spiccata versatilità, oltre alla medicina amò la musica. Alcune fra le più belle canzoni poggesi furono musicate dal giovane dr. D’Onofrio, su tutte ricordiamo: “Funte vecchie e funte nove” e “la V(e)llégna” ambedue del 1936.
Il dott. D’Onofrio morì a Roma l’8 febbraio 1982, dal febbraio 2001 la salma riposa nel cimitero di Poggio Sannita.