Poche e frammentarie sono, purtroppo, le notizie sulla celebre famiglia D’ONOFRIO, artigiani costruttori di organi di Caccavone.
Anche se l’origine della famiglia è risalente al 1400, l’inizio dell’attività documentata dai loro capolavori può essere fatta risalire solo a partire dall’inizio del 1700, periodo in cui il maestro Luca D’Onofrio realizzò l’organo della chiesa di Carpinone.
La fama dei D’Onofrio per la loro pregiata arte si diffuse anche a Capracotta, Ripalimosani, San Massimo, Trivento (Cattedrale); oltre che in Abruzzo e nelle province di Caserta e Foggia, dove si possono ammirare organi di pregevole fattura.
L’organo presente in Santa Vittoria, chiesa madre di Poggio Sannita, fu invece realizzato e donato alla parrocchia nel 1769 da Francesco D'Onofrio “eius summam devotionem” (per la sua grande devozione), come si legge in parte dell’iscrizione riportata nella secreta dell’organo e risulta essere l’ultima opera nota del maestro.
L’esame dello strumento dimostra come il D’Onofrio operi nel solco di una tradizione organaria tipica dell’area meridionale, di ascendenza napoletana. Secondo G. Messore, autore dell’opera “Patrimonio organario del Molise”, Francesco è sicuramente il maggiore esponente nel XVIII° sec. della famiglia e realizzò oltre all’organo di Poggio Sannita altri sette organi: tra questi va ricordato l’ampliamento eseguito dal maestro nel 1729 dell’organo seicentesco della chiesa arcipretale di San Marco ad Agnone e l’organo di Lucito, realizzato nel 1760.
La sua fama varcò i confini molisani e questo è attestato dalla realizzazione di altri organi in Abruzzo e Puglia. In Abruzzo, in particolare si trovano, perfettamente restaurati e funzionanti, strumenti degli altri mastri di famiglia:
Anche se l’origine della famiglia è risalente al 1400, l’inizio dell’attività documentata dai loro capolavori può essere fatta risalire solo a partire dall’inizio del 1700, periodo in cui il maestro Luca D’Onofrio realizzò l’organo della chiesa di Carpinone.
La fama dei D’Onofrio per la loro pregiata arte si diffuse anche a Capracotta, Ripalimosani, San Massimo, Trivento (Cattedrale); oltre che in Abruzzo e nelle province di Caserta e Foggia, dove si possono ammirare organi di pregevole fattura.
L’organo presente in Santa Vittoria, chiesa madre di Poggio Sannita, fu invece realizzato e donato alla parrocchia nel 1769 da Francesco D'Onofrio “eius summam devotionem” (per la sua grande devozione), come si legge in parte dell’iscrizione riportata nella secreta dell’organo e risulta essere l’ultima opera nota del maestro.
L’esame dello strumento dimostra come il D’Onofrio operi nel solco di una tradizione organaria tipica dell’area meridionale, di ascendenza napoletana. Secondo G. Messore, autore dell’opera “Patrimonio organario del Molise”, Francesco è sicuramente il maggiore esponente nel XVIII° sec. della famiglia e realizzò oltre all’organo di Poggio Sannita altri sette organi: tra questi va ricordato l’ampliamento eseguito dal maestro nel 1729 dell’organo seicentesco della chiesa arcipretale di San Marco ad Agnone e l’organo di Lucito, realizzato nel 1760.
La sua fama varcò i confini molisani e questo è attestato dalla realizzazione di altri organi in Abruzzo e Puglia. In Abruzzo, in particolare si trovano, perfettamente restaurati e funzionanti, strumenti degli altri mastri di famiglia:
- a Carunchio (CH) di Francesco Pasquale D'Onofrio, realizzato nel 1775;
- a Castel di Sangro (AQ) di Pasquale D'Onofrio, realizzato nel 1794;
- a Pizzoferrato (CH) di Luciano D'Onofrio, realizzato nel 1791.
Oltre ai suddetti Luca e Francesco altri fratelli, figli e nipoti (Luciano, Pasquale, Buonafede, Vincenzo, Nicola, Gennaro e Fulvio D'Onofrio) proseguirono l'arte organaria della famiglia, raccogliendo notorietà e fama per la loro maestrìa.
Fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 una parte della famiglia D’Onofrio emigrò in Argentina a Buenos Aires, mentre alcuni altri discendenti vivono oggi tra Roma e Poggio Sannita, ma nessuno ha continuato l’arte organara dei loro predecessori.
Fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 una parte della famiglia D’Onofrio emigrò in Argentina a Buenos Aires, mentre alcuni altri discendenti vivono oggi tra Roma e Poggio Sannita, ma nessuno ha continuato l’arte organara dei loro predecessori.